L. Voi avete fatta menzione della maggior lunghezza de' versi d'Omero e di Virgilio. Questi poeti non hanno eglino un gran vantaggio nella superiorità del loro linguaggio paragonato al nostro?
P. Egli è probabile, che l'introduzione della filosofia in un paese debba gradatamente imprimere il suo carattere nella di lui lingua; essendochè la filosofia usa termini più appropriati ed astratti; e quindi per gradi va sradicando la copia di metafore, che furono usate ne' primi secoli della società. Del resto, benchè le parole greche composte abbiano più vocali, in proporzione delle loro consonanti, che le inglesi, tuttavia i modi di comporle sono meno generali, come può vedersi dalla varietà d'esempj recati nella prefazione de' traduttori premessa al sistema de' vegetabili dalla Società di Lichfield; la qual felice proprietà della nostra lingua portò, che la traduzione di Linneo riuscì forse più espressiva e concisa dello stesso originale.
Ed, in un certo riguardo, credo che la lingua inglese possa prestarsi alla poesia an[158]cor meglio delle lingue antiche; intendo di dire nella maggior facilità di personificare; perocchè siccome i nostri nomi non hanno, generalmente, verun genere loro attribuito ne' componimenti prosaici e nell'uso della conversazione, facilmente vengono personificati soltanto coll'addizione d'un pronome o mascolino o femminino, come,
Pale Melancholy sits, and round her throws
A death-like silence, and a dread repose.
(Pope's Abelard.)
. . . . . . . smorta Melancolia
Siede, e d'intorno a se sparge un silenzio
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