- Vedi Darwin Zoonom. T. II, p. 115 e seguenti, e la nota del Trad. a pag. 302. - Blair Lezioni di Retorica T. III. lez. I. - Dissertazione dell'Abate Venini sui principi dell'armonia musicale e poetica. (Il Trad.)
(b) Io temo assai, che gli sforzi, che si fanno dagli uomini per aumentare le fonti del piacere, e per migliorarne le usate, non debba infine esser seguito da un effetto opposto. Il piacere è ristretto entro confini, ed allorchè ne sorte, subentrano i di lui antagonisti ne' suoi dominj. Il nostro sensorio non è capace di molte sensazioni contemporanee ed egualmente intense; ed oltrechè le più deboli sono sempre più o meno distrutte dalle più forti, queste pure perdono in intensità tutti que' gradi, che vanno elidendosi colle più deboli; e benchè paja, che la combinazione di alcune dolci sensazioni accresca diletto, tuttavia, ove questa combinazione non sia con cauta parsimonia esercitata, finisce con istancare i sensi, e metterli in necessità di altre sensazioni ancor più forti per ridestarli; di modo che, quando è esaurito ogni genere di sensazioni universalmente giudicate aggradevoli, si cerca finalmente il piacere in mezzo all'orrore, al delitto, alle sozzure. Con ciò si spiega il giornaliero fenomeno di vedere i grandi libertini bruteggiare a fianco delle più succide prostitute; come pure risulta, che al solo Nerone, o ad altr'uomo a lui emulo, conveniva l'immaginare il famoso festino, ch'egli diede, al dir di Petronio, sul lago d' Agrippa. Ma Omero, grande conoscitore [163] dell'umana natura, allorchè ci vuol dipingere Giove (a cui, come agli altri Dei de' Pagani, si attribuivano qualità umane), allorchè, dico, ci vuol dipingere Giove godente con Giunone il più dolce di tutti i piaceri, non lo colloca già nell'Empiro circondato da abbagliante luce, in mezzo al rumore di suoni e di canti festivi ec. ec., ma ci descrive la celeste coppia abbracciata là in vetta all'Ida, lungi dal guardo de' numi e de' mortali: azzurra nube nasconde alla luce i riti d'amore; gigli e viole forniscono a' divi sposi il talamo, che fornir sogliono a' semplici pastori; e solo un lieve garrir d'aure e di frondi, e un lene gorgogliar di ruscelli rompe alquanto il placido silenzio che regna fra quella solitudine.
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