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      A l'Idalia canzon. Da lunghi in tantoFilari d'elci ritornar s'udìa
      L'argenteo suono, ed amorosa l'Eco
      Lungo il suol bisbigliava: intento orecchioPorse Lichfield da' sacri suoi frascati,
      E, plaudendo, incurvò le altere vetteDe' boschi, e scosse le sublimi torri.
      Ninfa! per te del nuovo dì non riedeIl raggio in ciel: l'aureo per te solstizio,
      Ninfa, non arde! Tu pensosa movi,
      [166] CEREA brillante, pel fosco aere il piedeCercando alpestre asilo, e, al par vivace
      De la sorgente rubiconda aurora,
      Colle belle tue forme a l'alta Notte
      La fredda accendi stupida pupilla.
      Ivi a l'olimpo alzi le lunghe ciglia,
      Schiudi il bel labbro, e sospirando esaliI virginei tuoi voti; il bianco, adocchi
      Zenit, i soli annoveri, che, intornoAl polo ardendo, ruotano di lunge
      Gl'intatti, fuochi, od, astro tu medesmaBen più lucente, marchi ove il gran Giove
      Sul cielo volge il folgorante carro. -
      Dolce Vergin notturna! intanto ch'iviA te lambono zefiri soavi
      Con alito interrotto il niveo collo,
      E le ombrose dividono tue chiome;
      Brillar si mira, a' parchi rai di Cintia,
      Il morbido tuo seno, e porporinaFarsi la calda gota. A te d'attorno
      Stretti in calca gli attoniti pastoriStansi ammirando, e l'incantato campo
      Vegliano muti; stillano sul ciglioLa lagrima segreta, o l'indolente
      Esalano sospiro, e inebbrïataEstasi vanno da' tuoi rai beendo.
      In simil guisa quando pur d'azzurra[167] Ombra o latteo chiaror la Notte pinge
      Le antiche di Nidvòd brinate scene
      (Dove fra il cerchio de le intente ninfeMUNDY, partendo, a l'eccheggianti valli
      In alto e dolce suon disse l'addio);


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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