A la lumaca sdrucciolante il dito,
E le occhiute sue corna e il pinto usbergoMirano intenti; or cacciano con lesto
Passo e con allargate avide braccia[174] Di fiore in fiore e via di prato in prato
La posante farfalla; o verdi salciCol ridolente tamarisco intrecciano,
E con esso la smorta primolettaE l'azzurro giacinto; e per man giunti
In bell'ordin procedono festosiGl'innocenti a depor serti votivi,
Ridente Maggio, a l'ara tua d' intorno.
Per le Idalie selvette in simil guisaSi diporta la dea, seco adducendo
L'oricrinita de gli Amor famiglia.
Altri di loro, vigorosi e baldiDa fiammante fornace in terree forme
Versano il rosso acciar; l'un con la caldaForcipe volge la rovente massa
Sovra incude sonante, ed il temutoStrale figura con vulcanic'arte;
Quegli n'aguzza l'uncinata cimaSu rotante diaspro, indi la punta
Merge in tosco per l'alma; e parte impennaDi candid'ale ogni polita freccia,
O l'arco tende repugnante al nervo. -
Lo stuolo in tanto de' minor germaniTorce con mano affaccendata, e stende,
Lieve aleggiando, floridi vincigliDi ramo in ramo; o l'aurea mosca impiglia
Entro seriche reti; o ver spaventa[175] Il nero scarabčo, mentre per l'aure
Alto si ruota; i zefiretti invitaA gli olenti frascati, e con soavi
Baci la vaga Primavera indugia.
Ov'aspro e freddo al ciel s'erge l'alteroMasson, portando infeste rocche in vetta,
E quasi par, che 'l rio Matlock anticoCon marmoree mascelle al pič sbadigli,
E chini su la trepida Derventa
Silicei denti; in cupe ampie caverneSotto il suol periglioso arde e fiammeggia
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Idalie Amor Primavera Matlock Derventa
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