E certamente fa d'uopo di tutta la cecità e caparbietà possibile per non volere ammettere un fatto, che sì spesso cade sott'occhio, e che in nulla s'oppone alle teorie più ricevute in medicina. Egli è quindi in conseguenza di questi imperdonabili difetti, di cui pare vada orgogliosa una cotal genia di laureati sicari, che ancora indistintamente spacciansi i pretesi febbrifughi, e che tanto si ritardano i progressi della scienza. Stabilito, che le intermittenti sieno tutte asteniche, egli è chiaro, che stimolanti dovransi riputare tutte le sostanze, dal cui uso furono domate. Ed è appunto in conseguenza di questo falso criterio, che, a danno dell'[249]umanità, si vuol fra gli stimoli tuttavia ritenere la graziola, il taraxaco, le foglie e le radici di persico, il sale ammoniaco, le terre assorbenti, la colla (intorno a cui sono state ultimamente scritte tante sciocchezze) ec. ec. sostanze tutte dalla sana esperienza giudicate d'una qualità opposta; oltre tante altre, il cui effetto, se non è ancor deciso fuor di dubbio essere controstimolante, è però assai equivoco, e perciò debb'esserne sospeso l'uso infino a che le replicate osservazioni de' prudenti ed ingegnosi medici non le abbiano acconciamente classificate.
L'uso della chinachina semplice o unita all'oppio, nelle intermittenti, è generale: avverto però, che non si deve giudicare essere ella stata bene indicata ogniqualvolta abbia arrestato parossismi. Non è raro il caso di vedere sotto l'uso della china fermati bensì gli accessi febbrili, ma non però la noja, l'inappetenza, il mal essere, tutto ciò in somma che esclude stato di salute.
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