ivi v. 306. LOBELIA. (lobelia longiflora L.) Cresce nelle Indie occidentali, e spande intorno esalazioni cosė deleterie, che si sente un'oppressione di petto anche a molti piedi di distanza, allorchč č collocata in un angolo d'una stanza, o d'una serra. (Ingenhouz, Exper. on Air. - Jacquini hort. botanic. Vindeb.) Le esalazioni del frutto maturo, o delle foglie che avvizziscono, consta per prova, che viziano molto l'aria in cui trovansi; ed č probabile, che tutti que' vegetabili, da cui emana un forte odore, possano produrre la stessa cosa in un grado pių o men grande, dalla rosa fino alla lobelia: quindi cosa molto malsana si č il vivere continuamente in una simile odorata atmosfera; come pure nuocono alla propria salute i leziosi, che si profumano le chiome ed i fazzoletti. Boer[274]haave e Mead hanno affermato, ch'essi conoscevano quando un fluido velenoso col suo vapore potesse ammazzare la persona, che vi si accostasse. Ed egli č ben noto, che il gas de' liquori fermentati, od ottenuti dalla pietra calcare, ammazzerebbe gli animali che vi fossero immersi, egualmente come i vapori della Grotta del Cane presso Napoli.
(ivi v. 313. Cosė non meno ec. Questo, e gli altri due versi non trovansi nel testo. Sono stato obbligato a fare una tale aggiunta per ischivare il difetto d'un periodo di 20 e pių versi. - T.)
p. 127. v. 319. L'alta Palmira. Fra le ruine di Palmira, che trovansi disperse non solamente sulle campagne, ma ancora ne' deserti, vedesi un colonnato singolare lungo circa 2600 braccia; ed i piedestalli delle colonne, che sono d'ordine corintio, oltrepassano l'altezza d'un uomo; e quest'ordine non č che una piccola parte degli avanzi d'un solo edifizio.
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