Ora interrogate tutti i nostri Pratici, e sentirete, che le apoplessie date loro a curare appartengono per la massima parte unicamente ad una tale diatesi; e se qualcuna fu attribuita a diatesi opposta, il di lei esito infausto prostrò non di rado l'errore della diagnosi. Dunque egli è evidente, che una causa generale uniforme le deve produrre; e questa ha luogo, con apparenza di verità nell'abuso dei liquori spiritosi. Quando mai si videro così popolate le taverne come in questi ultimi anni, in cui le rivoluzioni politiche furono accompagnate da quella della morale con trionfo ognor più crescente del vizio? Chi è fra il minuto popolo, che non si beva alla mattina a digiuno un buon bicchiero d'acquavite amara? Chi fra gli agiati cittadini, che non termini il pranzo in mezzo a' vini forastieri ed altri più squisiti liquori? ec. Nè credo, vorrà alcuno negarmi, che così fatte costumanze contano una data assai recente; giacchè per lo passato lo sturare una bottiglia era riserbato solo alla celebrazione di alcuni pochi giorni solenni. [282] Nulladimeno quantunque io inchini ad attribuire la frequenza delle apoplessie al suddetto abuso, ho potuto osservare ancora, che questa malattia sorprende per lo più o nelle chiese, o nelle taverne, o ne' crocchj, in somma ne' luoghi ove più viziata è l'aria, vale a dire, ove l'aria è più carica di gas acido carbonico. Che il carbonio tanto in istato d'acido, come in istato gasiforme sia stimolante, è opinione che vassi sempre più convalidando dietro l'autorità de' Professori Rasori e Borda, che incessantemente lavorano intorno alla riforma della Materia Medica.
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