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      Nè già ch'io incontrassi dissaprovazione od ostacolo di sorta a metter in campo la tesi inaudita: questo no; ma mi toccò ad ammaestrare i maestri miei intorno a tale materia, onde potessero produrre alla curiosità degli ascoltatori nella pubblica disputa, almeno pro forma, così com'era d'uso, qualche obbiezione ragionevole, o se non altro speciosa.
      In morte di Giorgio II Darwin fece un primo tentativo di poesia, onorando la memoria del defunto monarca con diverse Odi ed Elegie che pubblicò. Ma le Muse, sia per la immaturità del poeta o per la grettezza del soggetto, non gli arrisero; e le Odi e le Elegie non fruttarono al giovine Darwin nè grazia presso alcuno, nè fama presso il pubblico. Niuno, da quei versi, che, nati appena scesero nel sepolcro dell'oblio insieme alla copiosità dei loro simili, niuno mai avrebbe pronosticato un futuro poeta di nuovo genere, che di là a vent'anni avrebbe riscosso tanti applausi e ottenuto replicate edizioni in Inghilterra e in America, e traduzioni in francese e in italiano.
      Si provò a darsi all'esercizio della medicina pratica in Londra; ma alquanti medici, forti del credito da gran pezzo acquistato nella capitale, mietevano a loro prò con falce inesorabile il campo ubertoso, e poco o nulla lasciavano da spigolare ad un giovane privo ancora del suffragio della fama. Arroge che l'amor della scienza e la nobiltà del carattere rendevanlo schifo dell'arti meschine, per le quali, più che pel saper vero, chi sa usarle procaccia le clientele sì nel volgo, come nei grandi.


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91

   





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