Ad ogni modo poi l'indole sua franca ed ingenua ch'ella era, non offre già presa ad alcun sospetto di motivi spregevoli. Al qual proposito sovviemmi, che, essendo io in Londra nel 1793, e corrispondendo per lettere col celebre dottor Beddoes, il filantropico e sensato biografo del povero Brown, seppi da lui come Darwin avevagli poc'anzi confidato il manoscritto del primo volume della Zoonomia, onde il leggesse e ponderasse e ne facesse ragione: segno evidente di molta magnanimità e docilità, ben altro che di fredda ritrosia ed orgoglio. E qui sia detto per passo come all'amico suo Beddoes, fornito di rari talenti, e di vasto sapere, toccasse così come a Darwin di non potere nemmanco egli schiudersi la via ad esercitare l'arte nella capitale, ma aversi dovuto vivere in provincia facendo il medico a Bristol.
Ora, seguendo a dire di Darwin, quel suo così ben custodito mistero probabilmente provenne da una importante e giustissima considerazione. Gli bisognava fare il medico pratico, e innanzi tutto acquistarne la riputazione presso il pubblico, e per venirne a capo eragli forza d'aver gran cura di non esporsi al rimprovero del pluribus intentus; rimprovero che va per le bocche del volgo, e più di quei semidotti, che grand'aria si danno di sapere e fannosi arbitri e distributori di riputazione a coloro che esercitano professioni scientifiche. Nella opinione di siffatti giudici un medico pratico avrebbe ad essere poco più di un artigiano che diviene esperto nel maneggio della lima e dello scalpello a forza di adoperarvi ingegno poco, ma sensi e muscoli assai per tutte l'ore della sua giornata, e per tutti gli anni suoi, ne d'altro s'occupa mai, e così
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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma 1885
pagine 91 |
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