«....Trama
«Sua vita tutti i dì per lo medesmo
«Torno, come 'l cavallo del mugnaio.»
SCHILLER.
Guai al medico, che, non si circoscrivendo entro i più stretti confini dell'arte che esercita e della parca scienza che all'arte il condusse, osò oltrepassarli, e coltivando la filosofia e le lettere si procacciò nome di dotto uomo, e di valente scrittore; peggio se quello di sapere, quando, gli accada, tessere acconciamente qualche verso, parlare con quella misurata eloquenza che alla materia si addice. Costoro gridangli la croce addosso: ei sarà dotto, ei sarà buono scrittore, e parlatore, e poeta, ei sarà tutto che volete, fuorchè medico pratico, questa è la loro cantilena, o meglio l'anatema che lanciano: lezione ai giovani che mirano solo a farsi la riputazione eclusiva di medici pratici, e gioirne i privilegi. «Se di me, scriveva Fracastoro al Rannusio, «desiderate... saper dove mi trovi, e che vita sia la mia, sappiate ch'io sono in Verona... e oramai pochi sono che mi conoscono per medico, per la grazia di Dio: così con men guadagno ma più contento me ne vo da piazza a casa». E quella casa oggi si addita per gloriosa ricordanza ai forestieri dai discendenti di coloro, i quali, lui vivo, ignoravano ch'ei fosse medico. Nè allora Fracastoro era egli un giovine che avesse abbandonato di fresco le panche delle Scuole di Padova; ormai era provetto e aveva dato saggio quanto fosse gran medico, secondo il saper di medicina di quei tempi, sicchè in ciò stesso appena il Montano eragli di pari; ma l'Autore della Sifilide era inoltre gran poeta e gran dotto, e qui stava il peccato, in quanto che questi due pregi nell'opinione pubblica si disdicono alla qualità, che vuol essere grave, ed esclusiva, di medico pratico.
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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma 1885
pagine 91 |
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