Però fu prudentissimo consiglio di Darwin quello di lavorare i suoi versi tanto celatamente da non lasciar traspirare mai d'esser poeta se non vent'anni dopo, quando si sapeva a non dubitarne ch'egli era gran medico pratico. A quella epoca la sua fama, appunto d'esser tale, non solamente nella provincia dove esercitava l'arte, ma per tutta Inghilterra, era divenuta tetragona, nè più aveva da temere d'essere scossa dagli sforzi impotenti dei semi-dotti, nè dei malevoli d'ogni colore e denominazione.
Nel 1758 pubblicò nel Vol. I delle transazioni filosofiche un «Saggio di confutazione dell'opinione di Enrico Ear e intorno allo innalzamento del fumo» ed una «Relazione d'una emottisi periodica, guarita col forzar l'ammalato ad una veglia continua.» Nella Zoonomia non mi venne fatto di trovarne menzione là dove parla dell'asma. A queste memorie vennero dietro le «Esperienze sul fluido animale.»
Egli s'ammogliò per tempo, e dalla prima moglie ch'ebbe fama di coltissima donna e fornita d'amabilità ebbe tre figli. Il maggiore, che fu Carlo, avendo dato di sè le più lusinghiere speranze di riuscire a gran segno nella medicina, ch'erasi posto a studiare nella Università di Edimburgo, vi morì nel primo fiore della gioventù, a vent'anni, d'una febbre putrida; denominazione di febbre in grande uso presso i medici di quel tempo. Probabilmente fu una petecchia, malattia allora così male conosciuta nella essenza e nella origine sua, come male curata. Al padre, dolentissimo di tanta sciagura, rimase a solo conforto il tristo ufficio di raccogliere gli scritti postumi dell'amato figlio e darli in luce.
| |
Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma 1885
pagine 91 |
|
|
Darwin Inghilterra Vol Enrico Ear Zoonomia Carlo Università Edimburgo
|