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      A questo effetto poi concorrono singolarmente le molte annotazioni istruttive e curiose poste ad ogni canto.
      Il numero della verseggiatura darwiniana serba tenore mirabilmente alla varietà della materia che l'autore trovasi avere fra le mani ma, semplice o sublime,è sempre felice. Nel qual pregio non è al di sotto nè di Pope nè di Dryden se anzi spesso non vince quei gran poeti di paragone. Sia poi lode al traduttore italiano, il dott. Gherardini, che sì nel pregio della verseggiatura come in ogni altro, che a traduttore poeta s'appartiene, si è mostrato degno allievo del gran Panini e capace di condurre la delicata, impresa, circondata in vero da molte difficoltà. Rechiamo qui di quella traduzione un brano tolto dal Canto primo, affinchè il lettore faccia ragione della rettitudine del nostro giudizio. L'autore mette in iscena la Gloriosa Superba di Linneo, e di certi fenomeni, che in essa si osservano, piglia il destro d'introdurre a modo di similitudine un aneddoto della celebrata Ninon, che ci fu conservato dallo scrittore d'una prefazione posta ad una edizione delle Lettere di lei.
     
      «Quando alla bella Gloriosa il crine,
      «Intrecciavan l'ore giovinette
      «Col bianco giglio e il bottoncin di rosa,
      «L'orgogliosetta dietro ad ogni passo
      «Tre si adducea scelti pastor, de' suoi
      «Virginei lacci incatenato il core,
      «Che più? Non meno allor ch'invido il tempo
      «A lei vergò di simil ruga il volto,
      «E sul capo le sparse argentea brina,
      «Tre si veggono ancor nuovi garzoni
      «A fianco sospirarle, e quel che avanza


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91

   





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