Nel 1794, pubblicò il primo Volume della Zoonomia; nel 1796 il secondo. Fu chi disse di quest'opera che ciò che Newton aveva fatto per la fisica, Darwin lo aveva fatto per la medicina: elogio che passa il segno a dismisura. Diciamo più vero. Darwin attinse da Linneo il gusto di metodizzare; comprese tutta l'utilità e la necessità ben anco di facilitare lo studio degli oggetti della storia naturale e della botanica metodizzandoli, e immaginò di potere utilmente far altrettanto delle malattie. Lo stesso pensiero ebbero i nosologi che lo precedettero; egli però mirava a più alto scopo, a quello di inventare un metodo non artificiale, ma naturale. Così spese inutilmente gran forza d'ingegno in una speculazione da cui per la natura stessa della cosa era impossibile cavar buon frutto. Noi non aggiungeremo nulla qui intorno a così fatta materia, avendone toccato quanto bastava in un'Annotazione, posta alla fine del Volume V della Zoonomia.
Darwin distribuiva il suo tempo nell'esercizio della professione, e nella cultura assidua delle scienze e delle lettere; e perciò amava quella vita semplice, casalinga, agli amici dello studio cara singolarmente. Molto tempo dopo perduta la prima moglie, e già molto innanzi negli anni, si rimaritò, e fu colla vedova del Colonnello Pool, donna di fresca età, avvenente, graziosa e ricca. Di questo matrimonio Miss Seward, autrice delle ingegnose Lettere ch'ebbero gran voga a quel tempo in Inghilterra, e sono, dirò così, un mosaico ben contesto delle biografie dei contemporanei più celebri, insieme alla sua propria, ce ne ha serbato memoria; «Darwin ne era innamorato come un vero Celadone; ed una prole numerosa è già sorta, frutto di una unione alquanto strana per dire il vero.
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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma 1885
pagine 91 |
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