Le notizie biografiche intorno a Darwin, da lei sparse nel suo bel mosaico biografico, non avrebbero già smarrito alcun pregio, quand'anche non avesse ella tratto fuori dal vecchio romanzo in cui giace sepolto il ridicolo Celadone, e non avesse paragonato Ercole che fila a Darvin che si trastulla fabbricando tutto il dì indovinelli e logogrifi, come se avesse posto in non cale i gravi studi. Ben altrimenti: chè anzi allora dettò la sua pregevolissima Fisiologia: ed un libro sulla educazione delle donne, dove espone i mezzi ch'egli riputava migliori a formare delle figlie ubbidienti, delle spose affezionate, delle madri amorose. Ogni volta poi che le belle giornate lo permettevano una gran parte ne passava nel suo giardino botanico, dove trovava altra occupazione che di giuochi di parole. Del resto era egli ameno nel conversare, e facile a comunicare a chi nel richiedeva i tesori delle sue cognizioni. Provvisto inoltre di un fondo inesaurabile di aneddoti, narravali con assai buon garbo: pregio raro anzi che no fra gli Inglesi, quello di riuscir piacevoli narratori.
Rimaritandosi abbandonò Lichfield, e colla famiglia si condusse a Derby. Quasi si direbbe che l'allontanamento suo di là, dove appunto dimorava la Seward, quello fosse che generasse qualche ruggine nell'animo di questa. Imperocchè non lascia di apporgli un'altra taccia, la quale, ove fosse scritta da altri che da lei, non varrebbe la pena che ne fosse fatto il minimo caso. «Il dott. Darwin,» così ella si esprime «va dicendo che non istudiò mai poeti nè poesia.
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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma 1885
pagine 91 |
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