Forse quel portento dello scozzese Borns, che allora viveva, può aver dato causa a disseminar vieppiù nel volgo la vecchia opinione, che anche senza studio si possa riescire poeta. Al Burns medesimo però, nonostante la mancanza di una educazione letteraria, eran venuti alle mani nei suoi boschi, qualche libri di poesia: quella fu per lui la scintilla che accese la immaginazione sua accendibilissima, dove gli altri, chi più, chi meno, abbisognano di maggior incentivo che non è una scintilla, per dare moto al loro estro letargico e non sempre facile a svegliarsi.
Tornando poi alla Seward, vogliamo saperle grado d'un curioso aneddoto da lei conservatoci, e per lei onorevole, ma al tempo stesso dimostrativo della niuna presunzione e della molta bonarietà del dott. Darwin.
«Quand'egli dimorava qui in Lichfield,» così ella scrive «non aveva l'abitudine di dare alle sue lettere alcun abbellimento della immaginazione; le gettava giù in fretta, piuttosto come carichi, di quello che le scrivesse con amore. Bene spesso l'ho udito confessare che egli non possedeva altrimenti le grazie epistolari. Io era ne' venzei o venzette, quando un giorno dissemi che gli bisognava scrivere a Franklin, volendo con esso lui congratularsi per ciò che aveva insieme accoppiate la scienza moderna e la filosofia; ed avrebbe avuto caro ch'io gli avessi vestito i pensieri suoi della lingua mia propria. Pigliò la penna, gittò sulla carta il sunto di ciò che proponevasi di dire, e, lasciandomi la cura di mettervi l'ornamento della parola, soggiunse che sarebbe venuto il dì dopo a vedere quel che ne fosse riuscito.
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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma 1885
pagine 91 |
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