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      » L. C. De locis, cap. 6.
      I quadrupedi che partoriscono, come le gatte, le cagne, le troie, sono invitate dal senso dell'odorato a mangiar la placenta, come mangerebbero ogni altro alimento. E perchè poi non mangiano pur anche tutti intieri i loro parti, appunto come vediamo rappresentato in un antico emblema il Tempo? Veramente qualche volta dicesi che questo accade alle troie nello stato forzato in cui le teniamo; ed in questo affare così delicato parrebbe che la natura avesse posto a gran rischio i propri prodotti. Ma appunto a quell'epoca lo stimolo del latte nelle tumide poppe della madre la eccita a desiderare e ricercare qualche circostanza non ancora conosciuta onde alleviarsi. Quando al tempo stesso l'odore del latte fa che il giovane animale diriga i suoi sforzi verso la sorgente di esso; e così la madre trova in questo diletto un nuovo appetito, e la prole, con quest'ammirabile concerto, dà e riceve piacere scambievolmente.
      VI. Che se nella squisitezza di alcune sensazioni l'uomo è di lunga mano inferiore ai bruti, la delicatezza però del senso del tatto, di cui è fornito in grado eminente, gli dà una grande superiorità d'intelletto, come osserva l'ingegnoso Buffon. Laddove le estremità degli altri animali vanno a terminare in una sostanza cornea formante unghie od artigli affatto inetti a ricevere sensazioni, la mano dell'uomo è esattamente costrutta da potere con quest'organo del senso palpare ed abbracciare i vari oggettiAvvi l'elefante che è dotato di un fino senso di tatto all'estremità della proboscide, e quindi egli acquista più accurate idee e del tatto e della vista, di quello che possano altri animali.


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91

   





Buffon