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      Così quando due galli stanno per battersi, ognuno sente le proprie penne drizzarglisi intorno al collo, e, dal veder la stessa cosa del collo dell'avversario, riconosce la di lui disposizione; ed i fanciulli, anche prima che incomincino a parlare ed intendano la lingua dei loro parenti, possono essere spaventati da atti collerici e minacciosi, ovvero acchetati da sorrisi e carezze.
      La seconda è, che quando ci mettiamo in quella certa attitudine naturalmente propria di certa data passione, noi presto c'investiamo di qualche grado di quella stessa passione; e perciò, quando coloro che contendono prorompono in alte grida d'imprecazioni ed in violenti moti di braccia, accrescono la loro stessa collera colla maniera appunto di esprimersi.
      E per lo contrario il sorriso del piacere, fatto per convenienza e quasi forzatamente da chi si trova in disaggradevole compagnia, presto trae seco alcun poco di realtà come molto bene ha dimostrato Burke (Saggio sul Sublime e sul Bello.)
      Quest'ultima maniera di conoscere ed entrare nelle passioni altrui riesce di un uso estesissimo per via del piacere che prendiamo nell'imitare; cosa che abbiamo tutto di sotto gli occhi nelle azioni dei fanciulli, e parimente in tutti i costumi e le maniere dell'umana specie. Da tale attitudine nostra all'imitazione dipende poi ciò che comunemente s'intende col nome di simpatia, come lo ha dimostrato benissimo il Dottore Smith di Glascow, Gli è perciò che noi troviam piacere alla vista d'un viso allegro, e ci rattristiamo alla vista d'uno melanconico.


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91

   





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