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      E così lo sbadigliare e il vomitare sono azioni che pur si propagano per simpatia, e abbiamo esempi di persone di fibra tanto delicata, che alla presenza d'uno spettacolo doloroso provarono dolore in quelle parti stesse del loro corpo che vedevano in altri morbosamente addolorate e straziate. Fra gli scrittori dell'antichità troviamo Aristotele, il quale volle che l'attitudine all'imitazione fosse proprietà essenziale della specie umana, e chiamò l'uomo un animale imitativo.
      Sono questi adunque i segni naturali, per mezzo dei quali noi c'intendiamo l'un l'altro, e su questa tenue base riposa tutta la fabbrica dell'umano linguaggio. Certamente senza qualche segno naturale non si sarebbe potuto nè inventare, nè intendere segni artifiziali, come molto ingegnosamente osserva il dottor Reid (Ricerche intorno alla Mente Umana).
      VIII. L'origine di questo linguaggio universale è ancora oggetto di somma curiosità, ed è stato sempre creduto impossibile di arrivare a conoscerlo. Noi tenteremo in parte questa impresa.
      La luce, il suono, gli odori, sono cose sconosciute al feto chiuso nell'utero; perchè tranne poche sensazioni e movimenti di cui abbiamo detto, egli passa tutto il suo tempo dormendo, insensibile a tutto ciò che accade fuori di lui. Ma nell'istante che esce alla luce del giorno incomincia a provare assai vivi e dolori e piaceri; i quali dolori e piaceri sono nello stesso tempo accompagnati da certi movimenti muscolari, e per mezzo di questa loro sollecita e individua associazione acquistano le abitudini di presentarsi insieme, abitudini che rimangono d'allora in poi indissolubili.


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91

   





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