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      IX. Dal fin qui detto apparisce chiaro, che tutti gli animali, egualmente come l'uomo, sono dotati di questo linguaggio naturale delle passioni, espresso con segni o con voci. Tenteremo ora di dimostrare che quegli animali, che hanno finora potuto preservarsi dall'essere fatti schiavi dell'uomo, e che vivono riuniti in turme, posseggono anch'essi qualche sorta di linguaggio artifiziale, ed hanno alcune nozioni tradizionali.
      La gallina d'India, quando adocchia un nibbio che sta svolazzando in alto, o ha già veduto altra volta i propri genitori essere presi da timore alla presenza di lui, o ha imparato dall'osservazione a conoscere le ostili mire del nibbio sulla di lei prole. Essa è tosto agitata da timore, e fa uso del linguaggio naturale di questa passione; i pulcini contraggono il timore per imitazione, ed in un istante vanno a nascondersi nell'erba.
      Nel tempo stesso ch'ella dimostra col proceder suo il suo timore, mette certe particolari grida, per cui nell'avvenire, all'udirle, riconoscono i pulcini la presenza del nemico in tal modo annunziata, e, sebbene non veggano come prima la madre, corrono ciononostante a nascondersi come prima.
      Le razze selvagge degli uccelli hanno frequentissime occasioni di conoscere i loro nemici, dall'osservare la distruzione che questi fanno della loro prole, di cui ogni anno appena può salvarsi un piccol numero e crescere a maturità: ma ai nostri uccelli domestici tali occasioni s'offrono così rare, che queste loro nozioni di nemici distanti debb'essere sovente trasmessa per tradizione nel modo poc'anzi spiegato, pel corso di molte generazioni.


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91

   





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