E questa sembra certo una maniera di regolamento loro per assicurarsi da ogni sorpresa; poichè, siccome tutti gli animali si affidano più che ad altro senso all'orecchio per esplorare l'avvicinamento d'un pericolo, l'occhio non potendo bastare tutt'a un tratto che alla metà dell'orizzonte, così i cavalli si servono a tale uopo di questo senso che eglino posseggono delicatissimo; ciò che risulta dalla loro maniera di combattere, come abbiamo osservato nel N. 8,5 di questa Sezione, e risulta parimente dalla comune osservazione.
V'hanno alcune parti della superficie del corpo del cavallo, che egli non può a voglia sua fregare quando gli prudono, come sarebbe il dintorno della spalla, che neppure può mordere coi denti, o graffiare col piede di dietro. Quando dunque gli prude in questo luogo egli si accosta al compagno, lo morde leggermente là appunto dove desidera egli di essere morso, ed il compagno intelligente non manca di tosto compiacerlo. Osservai un giorno una puledra mordere in questo modo la madre, la quale, per non lasciarsi cadere di bocca l'erba di cui l'aveva ripiena, invece di mordere, fregava col naso il collo della puledra, ciò che dimostra avere la madre conosciuta l'intenzione della prole, e non essere stata guidata da cieco necessario istinto a mordere dov'era stata morsa.
Molti dei nostri arboscelli, che potrebbero somministrare aggradevole pascolo ai cavalli, sono armati di spine, che li difendono appunto dai tentativi di questi animali, così l'uva spina, la ginestra, ecc.
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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma 1885
pagine 91 |
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Sezione
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