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      Queste notizie mi furono comunicate, e mostratemi anzi una di queste reti col suo coperchio, dal defunto dottor Butt di Bath, che era stato per molti anni medico nella Giammaica.
      Il produr che fa il ragno la sua tela è veramente una parte della natura stessa o della conformazione dell'animale, e il di lei uso naturale si è quello di far le veci di ale, per trasportare all'occorrenza il ragno dall'uno all'altro luogo. Ma, quando l'animale se ne serve per inviluppare la preda, allora si scorgono in esso lui indizi evidenti d'uno scopo, poichè in tal caso egli sa adattare la forma di ciascheduna rete al luogo dove ha scelto di tenderla, e sa rinforzar quelle linee che voglion esserlo coll'attaccarvene altre in mezzo, le quali poi va ad affiggere ad oggetti distanti con quella stess'arte appunto di cui l'uomo si serve per sostenere gli alberi e tender le vele di un naviglio. Quest'opera è eseguita con maggior ingegno ed esattezza matematica dai ragni, abitatori della campagna, che dagli altri abitatori delle nostre case; per ciò che quelli fabbricano in luogo più esposto alle vicende tempestose de l'atmosfera.
      Oltre l'ingegno, di cui fa prova quest'animaluzzo nel predare, è poi oltremodo meraviglioso quel suo accorgimento che ha di contraffare il morto, quando è atterrito da oggetto minaccioso, o di riaversi e fuggire sì tosto che quell'oggetto sia rimosso. Il qual tratto di simulazione è attribuito parimente ad alcuni scarafaggi.
      Le tele industriose o le corde costrutte da alcuni bruchi novelli per difendersi dal freddo o dagli insetti rapaci; e così l'opera dei bachi da seta e d'altri bruchi al tempo della loro trasmigrazione in larva, hanno meritatamente provocata l'ammirazione degli osservatori.


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91

   





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