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      Un altro lato era composto dell’ospedale, che ricoverava una dozzina di miserabili.
      Tornammo alla Venda pel pranzo. Un gran numero di uomini, di donne e di bambini, tutti neri come l’inchiostro, si raccolsero per vederci. Essi erano sommamente allegri; ad ogni nostra parola, ad ogni nostro cenno, scoppiavano dalle risa. Prima di lasciare la città andammo a visitare la cattedrale. Non vi sono tante ricchezze come nella chiesa più piccola, ma vanta un piccolo organo, che manda suoni singolarmente disarmonici. Donammo qualche scellino al frate nero, e lo spagnuolo, posandogli la mano sul capo, disse, molto ingenuamente, che non credeva che il colore facesse poi una troppo grande differenza. Tornammo allora il più speditamente possibile coi nostri cavallini a Porto Praya.
      Un altro giorno dirigemmo le nostre escursioni verso il villaggio di San Domingo, collocato quasi nel centro dell’isola. Sopra una piccola pianura che attraversammo crescevano alcune acacie mezzo intisichite; le loro cime eransi incurvate, per effetto dei continui venti alisei, in modo singolare – alcune erano anche ad angolo retto col loro tronco. La direzione dei rami era esattamente N-E-N. e S-O-S., e queste banderuole naturali indicano la direzione prevalente dei venti regolari. I viaggiatori hanno lasciato così poche traccie su quel suolo nudo, che perdemmo la strada, e ci volgemmo verso Fuentes. Non ci accorgemmo di questo finchè non fummo giunti sul luogo; ed in seguito rimanemmo contenti di questo sbaglio.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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