Mentre stava osservando gli animali marini, col capo chinato sugli scogli all’altezza di un metro circa, venni una volta salutato da uno zampillo d’acqua, accompagnato da un lieve rumore stridulante. Dapprima non poteva capire che cosa fosse, ma poi m’avvidi che era quella medesima seppia, la quale, sebbene nascosta in un buco, mi svelava in tal modo il suo nascondiglio. Non v’ha ombra di dubbio che essa abbia la facoltà di mandar fuori uno zampillo d’acqua, e mi parve quasi certo che poteva prender la sua mira dirigendo il tubo o sifone sulla parte inferiore del suo corpo. Per la difficoltà che hanno questi animali a reggere il loro capo, non possono strisciare agevolmente sul terreno. Ne tenni una nel mio stanzino a bordo ed osservai che al buio era un tantino fosforescente.
Roccie di S. Paolo. – Il mattino del 16 febbraio, veleggiando attraverso l’Atlantico, bracciammo in panno molto vicino all’isola di San Paolo. Questo gruppo di scogli è collocato a 0°,58 latitudine nord, ed a 29°,15 longitudine ovest. Dista 540 miglia dalla costa d’America, e 350 miglia dall’isola di Fernando Noronha. Il punto più alto è solo quindici metri circa sopra il livello del mare, e la intera circonferenza è minore di tre quarti di un miglio. Questo piccolo punto sorge ad un tratto dal fondo dell’Oceano. La sua costituzione mineralogica non è semplice; in alcune parti la roccia è di natura quarzosa, in altre feldspatica, con qualche vena di serpentino. È un fatto notevole, che tutte quante le isolette che stanno lungi da ogni continente nel Pacifico, nell’Oceano indiano e nell’Atlantico, eccettuate le isole Sechelles e questa piccola punta di scogli, sono, credo, composte o di coralli o di materia vulcanica.
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