Bahia o San Salvatore. Brasile, 29 febbraio. – Il giorno che è trascorso è stato deliziosissimo. Tuttavia, il vocabolo delizia è ancor troppo debole per esprimere ciò che sente un naturalista che per la prima volta va in giro in una foresta del Brasile. L’eleganza delle erbe, la novità delle piante parassite, la bellezza dei fiori, il verde brillante del fogliame, ma sopratutto il lussureggiare di tutta la vegetazione, mi colmavano di maraviglia. Un misto stranissimo di suoni e di silenzio domina nelle parti ombrose della foresta. Il ronzìo degli insetti è tanto forte, che si può udire anche da una nave ancorata a qualche centinaio di metri dalla spiaggia; tuttavia nel centro della foresta sembra regnare un silenzio perfetto. Ad una persona amante della storia naturale, una giornata come quella da me goduta procura un piacere più profondo di quello che egli possa mai sperare in avvenire. Dopo aver errato per alcune ore, tornai al luogo ove era sbarcato; ma prima di giungervi fui sorpreso da un temporale dei tropici. Cercai di ricoverarmi sotto un albero, tanto fitto che in Inghilterra mi avrebbe benissimo riparato dalla pioggia; ma qui, in un paio di minuti un torrentello correva giù lungo il tronco. Si è precisamente a queste pioggie violenti che va attribuita la verde vegetazione nel fitto dei boschi; se le pioggie fossero come quelle dei climi più freddi, la maggior parte dell’acqua sarebbe assorbita o svaporata prima di giungere sul suolo. Non starò ora a descrivere la bella vista di questo magnifico golfo, perchè, al ritorno, torneremo a visitarlo, ed allora avrò occasione di parlarne più distesamente.
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