Quale numero sterminato di animali microscopici! Il colore dell’acqua, veduto a una certa distanza, era simile a quello di un fiume che abbia straripato sopra un terreno argilloso; ma sotto l’ombra della nave era al tutto scuro come il cioccolatte. La linea nel punto di unione fra l’acqua rossa e la turchina era distintamente definita. Il tempo essendo stato, nei giorni precedenti, in una calma, il mare abbondava in grado insolito di animali viventi7.
Nel mare presso la Terra del Fuoco, e non molto lungi dalla costa, ho veduto strette strisce di acqua color rosso brillante, per un gran numero di crostacei, che somigliano in certo modo nella forma a grossi granchiolini. I marinai li chiamano cibo di balena. Non so se le balene si nutrano di essi, ma le sterne, i marangoni ed immensi branchi di grandi e pesanti foche traggono, in alcune parti della costa, il loro principale sostentamento da questi natanti granchiolini. I marinai attribuiscono invariabilmente il fatto dello scoloramento dell’acqua alle uova dei pesci, ma non riconobbi la verità di questo asserto se non una volta. Alla distanza di parecchie miglia dall’Arcipelago delle Galapagos, la nave attraversò tre strisce di acqua color gialliccio oscuro, o color di fango; queste strisce eran lunghe varie miglia, ma larghe solo pochi metri, ed erano separate dall’acqua circostante da un margine sinuoso ma distinto. Il colore era cagionato da pallottoline gelatinose, del diametro di circa ventisei millimetri, nelle quali stavano incorporati moltissimi minuti ovuli sferici: essi erano di due sorta ben distinte; una era di color rossiccio ed aveva forma differente dall’altra.
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Terra Fuoco Arcipelago Galapagos
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