Si può dire che non v’è limite al cieco interesse ed all’abito dell’egoismo. Menzionerò un aneddoto di poca importanza, che mi colpì in quel tempo più di qualunque altra storia di crudeltà. Io era sopra un traghetto con un nero di una stupidaggine veramente insolita. Cercando di farmi capire, io parlava forte, gesticolava violentemente, e ciò facendo gli sfiorai il volto con la mano. Egli, suppongo, credette che io fossi in collera e che volessi batterlo; perchè sul momento, con aspetto sgomento e gli occhi semichiusi, lasciò penzolare le mani. Non dimenticherò mai il senso di sorpresa, di disgusto e di vergogna che provai vedendo un uomo alto e robusto atterrito dalla sola minaccia di un colpo diretto, secondo lui, al suo volto. Quell’uomo era stato ridotto ad una degradazione inferiore a quella della schiavitù del più inerme animale.
18 aprile. – Al ritorno passammo due giorni a Socego, e li spesi raccogliendo insetti nella foresta. Pel maggior numero quegli alberi, sebbene siano tanto alti, non hanno più di 90 centimetri o un metro di circonferenza. Ve ne sono naturalmente alcuni di maggior dimensione. Il signor Manuel si faceva fare una barchetta lunga venti metri da un tronco ben solido, che aveva in origine 34 metri di lunghezza ed era molto grosso. Il contrasto delle palme che crescono in mezzo alle specie ramificate nel modo consueto, non manca mai di dare alla scena un carattere intertropicale. In quel luogo la foresta era adorna dalla Palma cavolo, una delle più belle della famiglia.
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Socego Manuel Palma
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