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      ), mi è parso l’insetto luminoso più comune. In questo caso la luce pareva divenire più brillante per l’irritazione. Un giorno mi divertii osservando la facoltà di saltare di questo insetto, che non è stato, da quanto mi parve, descritto a dovere. Quando l’elaterio stava sul dorso e si preparava a spiccare il salto, moveva il capo ed il torace all’indietro, per modo che la spina pettorale era spinta fuori, e riposava sull’orlo della sua guaina. Continuando lo stesso movimento all’indietro, la spina, per la piena azione dei muscoli, era piegata come una molla; e l’insetto posava allora sull’estremità del capo e delle elitre. Quando lo sforzo veniva repentinamente rilasciato, il capo ed il torace scattavano, ed in conseguenza la base delle elitre colpiva con tal forza la superfice di sostegno, che l’insetto per la reazione scattava all’altezza di quattro o cinque centimetri. I punti sporgenti del torace e la guaina della spina servono a tener fermo il corpo durante il salto. Nelle descrizioni che ho letto non mi pare sia stata data molta importanza alla elasticità della spina; uno scatto così repentino non potrebbe essere l’effetto di semplice contrazione muscolare, senza l’aiuto di qualche congegno meccanico.
      Varie volte ebbi il piacere di fare alcune brevi ma piacevolissime escursioni nel contorno. Un giorno andai al giardino botanico, dove si veggono coltivate molte piante, notissime per la loro grande utilità. Le foglie degli alberi della canfora, del pepe, del cinnamomo e del garofano mandavano un odore aromatico squisito; l’albero del pane, il jaca ed il mango rivaleggiavano fra loro nella splendidezza del fogliame.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739