Si sa molto bene che la maggior parte dei ragni dell’Inghilterra, quando un insetto grosso riman preso nelle loro ragnatele, cerca di tagliare i fili per liberare la preda, e salvare le tele da una compiuta rovina. Tuttavia, vidi una volta in una conserva di fiori nella provincia di Shrop una grossa vespa femmina rimasta presa nella ragnatela irregolare di un ragno piccolissimo; e questo ragno, invece di tagliare la tela, con grande perseveranza continuò ad avvolgere il corpo, e specialmente le ali, della sua preda. La vespa tentò dapprima ma invano di colpire a più riprese col pungiglione il suo piccolo avversario. Dopo un’ora di sforzi ebbi pietà della vespa, la uccisi e tornai a metterla nella ragnatela. Il ragno tornò in breve; ed un’ora dopo fui molto sorpreso di trovarlo colle mascelle affondate nell’orifizio, dal quale la vespa quando è viva protrae il suo aculeo. Tolsi via il ragno due o tre volte, ma nelle ventiquattro ore lo trovai sempre suggendo nello stesso luogo. Il ragno divenne molto gonfio per gli umori della sua preda, che era parecchie volte più grossa di lui.
Aggiungerò qui che ho trovato, presso Santa Fè Baiada, molti grossi ragni neri, con segni color rosso sul dorso, che hanno costumi gregari. Le ragnatele erano collocate verticalmente, come si vede sempre nel genere epeira: ognuna era separata dall’altra da uno spazio di circa sessanta centimetri, ma erano tutte attraversate da certi fili comuni lunghissimi che si estendevano in tutte le parti della comunità. Azara ha descritto un ragno gregario del Paraguay, che Walckenaer crede possa essere un theridion, ma è probabilmente una epeira, e forse anche la stessa specie del mio.
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