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      Maldonado è collocata sulla sponda settentrionale della Plata, e non molto distante dall’imboccatura dell’estuario. È una piccola città molto tranquilla e deserta; è fabbricata secondo l’uso universale di quei paesi, colle strade che s’incontrano ad angolo retto; nel mezzo vi è una grande piazza, la quale per la sua ampiezza fa maggiormente spiccare la scarsità della popolazione. Non ha quasi alcun traffico; l’esportazione è quasi tutta composta di poche pelli e di poco bestiame vivo. Gli abitanti sono principalmente proprietari di terre, alcuni pochi sono bottegai, e lo stretto necessario di artigiani e mestieranti, come fabbri e falegnami, che fanno tutto il lavoro in una cerchia di quasi cinquanta miglia. La città è separata dal fiume da una zona di collinette sabbiose, di un miglio circa; da tutte le parti è circondata da una aperta pianura lievemente ondulata, coperta uniformemente di uno straterello di erba verde, sulla quale pascolano innumerevoli branchi di bovine, di pecore e di cavalli. Anche in vicinanza della città v’ha pochissima terra coltivata. Alcune siepi di cattus e di agave segnano il luogo ove è seminato frumento e grano turco.
      L’aspetto del paese è molto simile lungo tutta la sponda settentrionale della Plata. L’unica differenza è, che ivi le colline di granito sono un po’ più alte. Il paesaggio non ha nulla che attiri lo sguardo; non v’ha quasi una casa, un pezzo di terra coltivato, neppure un albero per dargli un aspetto un po’ più gaio. Tuttavia, dopo essere stati per qualche tempo confinati in un bastimento, si prova un vivo senso di soddisfazione nel passeggiare sopra una sterminata pianura erbosa.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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