Al mattino di buon ora si fece l’ascensione della Sierra de las Animas. Lo spuntar del sole rendeva il paesaggio alquanto pittoresco. Verso occidente l’occhio si stendeva sopra una sterminata pianura fino al Monte a Montevideo, ed all’oriente sul paese un poco montuoso di Maldonado. Sulla cima del monte vi erano parecchi mucchietti di pietre, che evidentemente stavano là da molti anni. Il mio compagno mi assicurò che era opera degli Indiani antichi. I mucchi somigliavano, ma in proporzione minore, a quelli che si trovano comunemente sui monti del paese di Galles. Il desiderio di ricordare ogni avvenimento sul punto più alto del paese circostante, appare essere una passione universale del genere umano. Al giorno d’oggi non esiste un solo indiano nè incivilito nè selvaggio in questa parte della provincia, nè ho mai saputo che gli antichi abitatori abbiano lasciato dietro di loro nessuna memoria più permanente di quegli insignificanti mucchi sulle cime della Sierra de las Animas.
L’assenza generale e quasi assoluta degli alberi nella Banda Oriental è notevole. Alcune delle colline rocciose sono in parte coperte di cespugli, e sulle sponde dei fiumi più grandi, specialmente al nord di Las Minas, i salici non sono rari. Ho inteso parlare di un bosco di palme presso Arroyo Tapes; e vidi uno di questi alberi di considerevole mole, vicino al Pan de Azucar, nella latit. di 35°. Questi, e gli alberi piantati dagli spagnuoli, sono le sole eccezioni al generale scarseggiare dei legnami. Fra le specie introdotte si possono menzionare i pioppi, gli ulivi, il pesco ed altri alberi da frutta; le pesche riescono tanto bene che somministrano la principale provvista di legno da bruciare alla città di Buenos-Ayres.
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