I Gauchos erano tutti di buon umore per aver trovato tutti questi oggetti di lusso; ed in breve eravamo tutti affaccendati intorno alla povera vacca. Quella fu la prima notte che passai a cielo scoperto, colla sella del mio cavallo per guanciale e per letto. Nella vita indipendente del Gaucho è una grande soddisfazione quella di poter ad ogni momento legare il proprio cavallo, e dire: «Passeremo qui la notte». Il silenzio di morte della pianura, i cani di guardia, il gruppo di Gauchos, che come zingari si apprestano a dormire intorno al fuoco, mi hanno lasciata nella mente una vivissima immagine di quella prima notte, che non potrò mai più dimenticare.
Il giorno seguente attraversammo un paese simile a quello descritto sopra. Esso è popolato di pochi uccelli od animali di qualsiasi sorta. Di tratto in tratto si scorgeva un cervo, od un guanaco (Llama selvatico); ma l’Agouti (Cavia Patagonica) è il quadrupede più comune. Questo animale rappresenta colà la nostra lepre. Tuttavia differisce da questo genere in molti importanti caratteri, per esempio, ha solo tre dita alle zampe posteriori. È pure quasi due volte grosso più di quella, pesando circa dieci a dodici chilogrammi. L’Agouti è un vero amico del deserto; è frequentissimo in quei luoghi veder due o tre di quegli animali correre saltando uno dietro l’altro in linea retta attraverso quelle selvaggie pianure. Si trovano al nord fino alla Sierra Tapalguen (lat. 37° 30’), ove la pianura diviene quasi repentinamente più verde e più umida; ed il loro limite meridionale è fra il Porto Desiderio e San Giuliano, ove non v’ha mutamento di sorta nella natura del paese.
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