Cominciò ad interrogarmi con artifizio in modo dignitosissimo e molto misterioso. Per fortuna io aveva una lettera di raccomandazione del governo di Buenos Ayres25 pel comandante della Patagonia. Questa lettera fu portata al generale Rosas che mi mandò una gentilissima risposta; e allora il segretario tornò tutto sorridente e cortese. Ci alloggiammo nel rancho, o tugurio di un singolare vecchio spagnuolo che aveva servito sotto Napoleone nella spedizione contro la Russia.
Rimanemmo due giorni al Colorado; io aveva poco da fare, perchè il paese circostante era una palude che in estate (dicembre), quando la neve si scioglie sulle Cordigliere, è inondata dal fiume. Il mio principale divertimento era di osservare le famiglie di Indiani che venivano a vendere qualche piccolo oggetto al rancho ove dimoravamo. Si credeva che il generale Rosas avesse per alleati circa seicento Indiani. Gli uomini erano di razza bella e di statura alta; tuttavia in seguito osservai agevolmente lo stesso aspetto nei selvaggi della Terra del Fuoco, sebbene fosse reso più brutto dal freddo, dalla mancanza di cibo e dal minore incivilimento. Alcuni autori, nel definire le razze più infime del genere umano, hanno diviso questi Indiani in due classi; ma certamente questo si scosta dal vero. Fra le donne giovani, o chinas, alcune meritano invero il nome di belle. I loro capelli erano ruvidi, ma lucenti e neri, e li acconciano in due trecce che giungono fino alla cintura. Avevano una bella carnagione ed occhi brillanti; le gambe, i piedi e le braccia piccole e di forme eleganti; alcuni portavano intorno alla noce del piede e alla cintura larghi braccialetti di perle turchine.
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