Pagina (127/739)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il signor Burchell mi disse, che entrando nel Brasile, la cosa che lo colpì maggiormente fu lo splendore della vegetazione dell’America meridionale in riscontro di quella dell’Africa meridionale, unitamente alla mancanza di grossi quadrupedi. Nei suoi viaggi egli ha notato che un confronto fra il peso rispettivo (qualora si avessero dati sufficenti) di un numero eguale dei più grossi quadrupedi erbivori di ogni paese sarebbe sommamente curioso. Se da un lato noi prendiamo l’elefante28, l’ippopotamo, la giraffa, il bue del Capo, l’alce, certamente tre, e forse cinque specie di rinoceronti; dal lato americano, due tapiri, il guanaco, tre cervi, la vigogna, il peccari, il capibara (dopo i quali dobbiamo scegliere fra le scimmie per compiere il numero), e poi collochiamo questi due gruppi l’uno accanto all’altro, non è facile concepire serie più sproporzionate di mole. Dai fatti sopramenzionati siamo costretti a conchiudere, contro anteriori probabilità29, che nei mammiferi non esiste stretto rapporto fra la mole della specie e la quantità della vegetazione, nei paesi ove dimorano.
      Rispetto al numero dei grossi mammiferi, non esiste certamente parte del mondo che possa paragonarsi all’Africa meridionale. Dopo i differenti fatti che sono stati citati, l’aspetto al tutto deserto di quella regione non può essere messo in dubbio. Nella parte del mondo che appartiene all’Europa, dobbiamo risalire sino alle epoche terziarie per trovare fra i mammiferi uno stato di cose somigliante a quello che esiste ora al Capo di Buona Speranza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Burchell Brasile America Africa Capo Africa Europa Capo Buona Speranza