La maggior parte di questi erano Indiani mansos (ossia inciviliti), ed appartenevano alla tribù del Cacico Bernantio. Passarono la notte colà, e non si può concepire nulla di più rozzo e selvaggio della scena del loro bivacco. Alcuni bevettero fino all’ubbriachezza; altri ingollavano il sangue del bestiame ucciso per la loro cena e poi resi malati da tutto ciò, di nuovo lo rigettarono e rimanevano imbrattati di sangue e di sozzura.
Nam simul expletus dapibus, vinoque sepultusCarvicem inflexam posuit jacuitque per antrum
Immensus, saniem eructans, ac frusta eruentaPer somnum commixta mero.
Al mattino partirono pel teatro del massacro coll’ordine di seguire il rastro ossia la traccia anche se li conducesse fino al Chilì. Udimmo in seguito che gli Indiani selvaggi erano fuggiti nei grandi Pampas, e per qualche ragione la loro traccia era stata smarrita. Un’occhiata al rastro svela a questa gente tutta una storia. Supponendo che essi esaminino la traccia di 1000 cavalli, sanno subito dire quelli che sono cavalcati vedendo quanti siano andati di portante dalla profondità delle altre impronte, se qualche cavallo era carico; dalle irregolarità dei passi la loro stanchezza, dal modo in cui il cibo era stato cucinato, se gli inseguiti viaggiavano in fretta; dall’aspetto generale, quanto tempo era trascorso dacchè erano passati. Essi consideravano un rastro di dieci giorni o due settimane, abbastanza fresco per essere riconosciuto. Udimmo pure che Miranda si diresse dal capo occidentale della Sierra Ventana in linea retta all’isola di Cholechel, collocata 70 leghe risalendo il Rio Negro; questa è una distanza di quasi 300 miglia attraverso un paese al tutto ignoto.
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