Invece di vivere in grandi villaggi dando opera alla pesca ed alla caccia, essi ora girano per le aperte pianure senza case e senza occupazioni fisse.
Ho udito qualche ragguaglio di uno scontro che ebbe luogo, alcune settimane prima di quello menzionato a Cholechel. È questo un posto importantissimo essendovi un guado pei cavalli e fu in conseguenza per qualche tempo il quartier generale di una divisione dell’armata. Quando le truppe vi giunsero per la prima volta, vi trovarono una tribù d’Indiani, dei quali ne uccisero una ventina o una trentina. Il cacico si salvò in un modo meraviglioso. I capi Indiani hanno sempre uno o due cavalli legati che tengon pronti per ogni occasione urgente. In una di queste il cacico balzò sopra un vecchio cavallo bianco prendendo con sè un suo bambino. Il cavallo non aveva nè sella nè briglia. Per sfuggire alle palle l’indiano cavalcava nel modo particolare alla sua nazione; vale a dire tenendo un braccio al collo del cavallo e con una gamba sola sul dorso. Sospeso in tal modo, egli accarezzava il capo del cavallo e gli parlava. I persecutori fecero ogni sforzo nella caccia; il comandante mutò tre volte di cavallo, ma invano; il vecchio indiano col suo figlio furono liberi.
Che bel quadro ci possiamo formar nella mente: la nuda ed abbronzata figura del vecchio indiano col suo bambino, cavalcando come Mazzeppa sopra un cavallo bianco, lasciando lontano l’orda dei persecutori!
Vidi un giorno un soldato batter l’acciarino per far fuoco con un pezzo di selce che riconobbi subito essere un pezzo della punta di una freccia.
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