Quei grani erano piatti ed uno aveva la circonferenza di 26 centimetri, ed un altro pesava 60 grammi. Essi scavarono una passeggiata di ciottolini come le palle di un fucile e passarono in mezzo ai vetri delle finestre, facendo un buco rotondo, ma senza romperli.
Avendo terminato il nostro desinare di carne colpita dalla grandine, attraversammo la Sierra Tapalguen; catena di basse colline di un centinaio di metri d’altezza, che comincia al Capo Corrientes. La roccia in questa parte è di puro quarzo; più verso l’est mi accorsi che era granitica. Le colline sono di una forma notevole; esse son fatte di tanti altipiani piatti, circondati da bassi dirupi perpendicolari come se fossero di strati superiori di un deposito sedimentario. La collina sulla quale salii era piccolissima, non superava i 200 metri di diametro; ma ne vidi altre più grandi. Una che si chiama il Corral dicesi abbia un diametro di due o tre miglia e sia circondata da dirupi perpendicolari alti 10 a 12 metri, tranne in un punto dove v’ha un passaggio. Falconer dà un curioso ragguaglio degli Indiani che spingono colà i cavalli selvaggi, e poi custodendo l’entrata li tengono al sicuro. Non ho udito mai altro esempio di un altipiano in una formazione di quarzo, e che nella collina che io esaminai, non aveva nè fenditure nè stratificazioni. Mi fu detto che la roccia del Corral era bianca e mandava fuoco. Solo a notte fatta giungemmo alla posta del Rio Tapalguen. A cena da qualche parola udita fui compreso d’un tratto d’orrore pensando che io mangiava una delle pietanze favorite del paese, cioè un vitello mezzo formato prima della sua nascita; invece di un vitello era un puma; la carne è bianchissima e rassomiglia a quella del vitello nel sapore.
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