Alla base dei dirupi, vediamo gli strati che contengono denti di squali e conchiglie marine di specie estinta. Da questi si passa alla marna indurita, e da questa alla terra argillosa dei Pampas, colle sue concrezioni calcari e le ossa di quadrupedi terrestri. Questa sezione verticale ci narra chiaramente la storia di un grande golfo di acqua pura salina, gradatamente invaso, e mutato alla fine in un letto di melmoso estuario, nel quale i carcami galleggianti furono seppelliti. A Punta Gorda, in Banda Oriental, trovai un deposito estuario dei Pampas alternato con pietra calcare contenente alcune delle stesse conchiglie estinte, e questo dimostra, o un mutamento nelle primiere correnti, o più probabilmente un’oscillazione di livello nel fondo dell’antico estuario. Fino a poco tempo fa, le mie ragioni per considerare la formazione dei Pampas con un estuario depositato erano il suo aspetto generale, la sua posizione alla foce del gran fiume Plata ora esistente, e la presenza di tante ossa di quadrupedi terrestri; ma ora il professore Ehrenberg ha avuto la bontà di esaminare per me un poco della terra rossa presa molto addentro nel deposito, proprio accanto agli scheletri dei mastodonti, e trovò in essa molti infusorii, tanto di acqua salata, quanto di acqua dolce, ma questi ultimi in numero maggiore, e perciò, come egli osserva, l’acqua deve essere stata salmastra. Il signor A. d’Orbigny trovò sulle rive del Parana, all’altezza di 34 metri grandi strati di un estuario di conchiglie che vivono ora a 100 miglia più in giù verso il mare; ed io ho trovato simili conchiglie ad una minore altezza sulle sponde dell’Uraguay; ciò dimostra che, precisamente prima che i Pampas fossero lentamente sollevati e resi terra asciutta, l’acqua che li copriva era salmastra.
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