Ottobre 18 e 19. – Continuammo lentamente a scendere il fiume: la corrente non ci dava grande aiuto. Nel nostro tragitto incontrammo pochissimi bastimenti. Uno dei più bei doni della natura, come questo grande mezzo di comunicazione, sembra essere qui al tutto trascurato – un fiume nel quale i bastimenti possono navigare da un paese temperato, abbondantissimo di certi prodotti e mancante di certi altri, ad un altro fornito di clima tropicale, e di un suolo che, secondo uno dei migliori giudici, il signor Bonpland, è forse il più fertile che vi sia nel mondo. Quanto differente sarebbe stato l’aspetto di questo fiume, se coloni inglesi avessero avuto la buona ventura di essere i primi a risalire il Plata! Quante belle città non sorgerebbero ora sulle sue sponde! Fino alla morte di Francia, dittatore del Paraguay, questi due paesi debbono rimanere distinti, come se fossero collocati sopra punti opposti del globo. E quando il vecchio e sanguinario tiranno andrà a render conto delle sue azioni, il Paraguay sarà dilaniato dalle rivoluzioni violente in proporzione della precedente calma non naturale. Questo paese dovrà imparare, come tutti gli altri Stati del Sud America, che una repubblica non può riuscire finchè non contenga un certo numero di uomini imbevuti dei principii della giustizia e dell’onore.
Ottobre 20. – Essendo arrivati alla foce del Parana, ed avendo io molto desiderio di giungere a Buenos Ayres, sbarcai a Las Conchas, coll’intenzione di andare colà a cavallo. Arrivando, m’accorsi con grande sorpresa di essere quasi prigionero.
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