La città è fabbricata sopra un promontorio sassoso a un dipresso come Montevideo. È molto fortificata, ma tanto le fortezze quanto la città, hanno sofferto molto dalla guerra col Brasile. È antichissima; e l’irregolarità delle strade, ed i boschetti di aranci e di peschi che la circondano, le danno un aspetto grazioso. La chiesa è una curiosa rovina; era adoperata come magazzino delle polveri, e fu colpita dal fulmine in uno degli innumerevoli temporali del Rio Plata. Due terzi del fabbricato saltarono in aria dalle fondamenta, ed il resto rimane come uno sparso e curioso monumento delle forze unite del fulmine e della polvere. La sera andai a girare intorno alle mura mezzo demolite della città. Furono il punto principale della guerra Brasiliana, guerra dannosissima per questo paese, non tanto per i suoi effetti immediati, quanto per essere stata l’origine di una moltitudine di generali e di ufficiali di tutti i gradi. Si contano molti più generali (ma senza paga), nelle province Unite del Plata, che non nel Regno Unito della Gran Bretagna. Questi signori hanno imparato ad amare il potere, e non trovano male qualche piccola sommossa; quindi ve ne sono sempre molti in aspettazione, onde creare disordini e rovesciare un governo che finora non ha mai posato sopra nessuna base stabile. Tuttavia osservai, tanto qui come in altri luoghi, un interesse molto generale per la elezione del Presidente; e questo sembra essere un buon segno per la prosperità di questo piccolo paese. Gli abitanti non richiedono molta educazione nei loro deputati; io sentii alcuni uomini discutere i meriti di quelli di Colonia, e dicevano che «quantunque non fossero uomini di affari potevano firmare il loro nome»: con questo parevano credere che ogni uomo ragionevole dovesse esserne contento.
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