Novembre 18. – Andai col mio ospite alla sua estancia o podere all’Arroyo di San Giovanni. La sera facemmo una cavalcata intorno al podere; si componeva di due leghe e mezzo quadrate, ed era situato in quello che vien detto rincon, vale a dire un lato aveva di fronte il Plata, gli altri due erano difesi da corsi d’acqua non guadabili. Vi era un buonissimo porto per piccoli bastimenti, e grande copia di legname piccolo, ciò che ha molto valore come provvista di combustibile per Buenos-Ayres. Io era ansioso di sapere il valore di un così bel podere. Vi erano tre mila capi di bestiame, e ne avrebbe potuto mantenere tre o quattro volte tanti. Vi erano ottocento cavalle, centocinquanta cavalli mansueti, e seicento pecore. Eravi molta copia d’acqua e di pietra calcare, una casa rustica, eccellenti recinti o corrals, ed un orto con peschi. Per tutto questo gli erano stati offerti 50.000 franchi, ed egli ne voleva solo di più 12.000, e probabilmente l’avrebbe venduta per meno. Il disturbo principale in un podere, è quello di fare andare il bestiame due volte alla settimana in un punto centrale, onde renderlo mansueto e contarlo. Quest’ultima operazione sembrerebbe difficile, dove ci sono dieci o quindicimila teste insieme. Si compie secondo il principio che il bestiame, invariabilmente si separa da sè in piccoli branchi da quaranta a cento. Ogni branco si riconosce per alcuni pochi animali che hanno un segno particolare, ed il suo numero è noto. Cosicchè, quando se ne perde uno sopra diecimila, si vede questa perdita dall’essere esso mancante in uno dei piccoli strupi o tropillas.
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