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      Questo fatto mi ha colpito come una buona prova delle difficoltà che abbiamo a giudicare dai costumi ordinari della vita, in quali circostanze, che si presentano solo a lunghi intervalli, si possa determinare lo scarseggiare o la estinzione di una specie.
      Novembre 19. – Dopo aver passata la valle di Las Vacas, passammo la notte nella casa di un americano del nord, che lavorava in un forno da calce, sull’Arroyo di Las Vivoras. Al mattino andammo a cavallo fino ad un promontorio che sporge sulle sponde del fiume, e che si chiama Punta Gorda. Lungo il cammino cercammo di trovare un giaguaro. Eranvi molte traccie fresche; e visitammo gli alberi sui quali si dice che esso aguzzi gli artigli; ma non si riuscì a disturbarne alcuno. Da questo punto il Rio Uraguay presentava ai nostri occhi una maestosa distesa di acque. Per la chiarezza e rapidità della sua corrente, il suo aspetto era molto superiore a quello del Parana suo vicino. Sulla riva opposta, parecchi bracci di quest’ultimo fiume si versavano nell’Uraguay. Siccome splendeva il sole si potevano scorgere distintamente i due colori delle acque.
      A sera continuammo la nostra strada verso Mercedes sul Rio Negro. Domandammo il permesso di passare la notte in un podere al quale eravamo arrivati. Era un grande possedimento di dieci leghe quadrate, e il proprietario è uno dei più ricchi possidenti del paese. Suo nipote ne aveva il governo e presso di lui vi era un capitano dell’armata che pochi giorni prima era fuggito da Buenos-Ayres.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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