Nel Chilì e nel Perù si accudisce molto di più la bocca del cavallo che non nella Plata, e questo evidentemente è una conseguenza della natura più intricata del paese. Nel Chilì un cavallo non è tenuto per veramente domato, finchè non si possa farlo fermare di botto, quando è in piena carriera, sopra un punto particolare – per esempio, sopra un mantello steso sul terreno; oppure slanciarlo contro un muro e farlo alzare e sgraffiarne la superficie cogli zoccoli. Ho veduto un animale pieno di spirito, il quale guidato soltanto con due dita, prese il galoppo attraverso un cortile, e fu fatto girare intorno allo steccato di una veranda, con grande speditezza, ma conservando sempre la stessa distanza, tantochè il cavaliere tenendo il braccio steso, sfregò per tutto il tempo il suo dito contro lo steccato. Poi facendo un volteggio in ara, coll’altro braccio steso nello stesso modo, egli ricominciò a correre con meravigliosa forza nella direzione opposta.
Un cavallo cosifatto è ben domato, e quantunque questo possa parere a prima vista inutile, non lo è per nulla. Non si fa che quello che ogni giorno vuol essere fatto con perfezione. Quando un toro selvatico è inseguito e preso col lazo, si mette talora a galoppare in giro, ed il cavallo spaventato del grande sforzo, se non è ben domato non si metterà subito a girare come il perno di una ruota. In conseguenza di ciò molti uomini sono stati uccisi, perchè se il lazo si avvolge per caso intorno al corpo di un uomo, esso viene all’istante, per la forza dei due opposti animali, quasi tagliato in due.
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