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      Appena arrivato pareva aver molta sete, e colle mascelle spalancate beveva avidamente le goccie d’acqua; questa stessa circostanza è stata osservata da Strack; non sarà questa una conseguenza dell’avere l’insettino attraversata una atmosfera asciutta e rarefatta? La sua provvista di ragnatele sembra inesauribile. Mentre stava osservandone alcuno sospeso ad un filo, notai parecchie volte, che il più lieve soffio d’aria li portava lontani fuori della vista in linea orizzontale. Un’altra volta (il 25), in circostanze simili, osservai ripetutamente la stessa specie di piccolo ragno, tanto quando era caduto o si era trascinato sopra qualche piccola eminenza, alzare il suo addome, mandar fuori un filo, e poi andarsene orizzontalmente, ma con una rapidità al tutto incredibile. Mi è parso di vedere che il ragno, prima di compiere le operazioni preparatorie suddette, riuniva le sue zampe insieme, con fili delicatissimi, ma non sono sicuro dell’esattezza di questa osservazione.
      Un giorno a Santa Fè, ebbi una migliore occasione per osservare fatti simili. Un ragno della lunghezza di circa sette millimetri, e che nell’aspetto generale rassomigliava ad un Citigrado (quindi al tutto differente dal ragno dal filo Santa Maria) mentre stava sulla cima di un palo, mandò fuori dalle sue trafile quattro o cinque fili. Questi mentre brillavano al sole, potevano essere paragonati a raggi di luce divergenti, tuttavia non erano diritti ma ondulati come fili di seta spinti dal vento. Erano lunghi più di un metro, e divergevano dagli orifizi in direzione ascendente.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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