La mente dapprima è irresistibilmente indotta a credere a qualche grande catastrofe; ma per distruggere in tal modo animali tanto grandi che piccoli, nella Patagonia meridionale, nel Brasile, nelle Cordigliere del Perù, nel Nord America sino allo stretto di Behring, noi dobbiamo scuotere tutta l’ossatura del globo. Inoltre l’esame della geologia del Plata e della Patagonia induce a credere che tutti i profili del terreno risultano da mutamenti lenti e graduati. Dal carattere dei fossili in Europa, in Asia, in Australia e nell’America settentrionale e meridionale, sembra che le condizioni che favoriscono la vita dei quadrupedi più grossi fossero estese per tutto il mondo; quali fossero queste condizioni nessuno finora ha saputo trovare. Non può essere stato neppure un mutamento di temperatura quello che abbia nello stesso tempo distrutto gli abitanti delle latitudini tropicali temperate ed antiche nelle due parti del globo. Sappiamo positivamente dal signor Lyell che nel Nord America i grossi quadrupedi vivevano dopo quel periodo in cui i massi erratici erano portati in latitudini ove oggi non giungono mai i ghiacci; da varie cagioni indirette ma concludenti possiamo esser certi che nell’emisfero meridionale anche la Macrauchenia viveva molto dopo il periodo in cui i ghiacci trasportavano i massi erratici. Potrebbe l’uomo dopo la sua prima invasione nell’America del Sud aver distrutto, come è stato supposto, i pesanti Megaterii e gli altri sdentati? Dobbiamo almeno cercare qualche altra causa per la distruzione del piccolo tucotuco a Bahia Blanca, e di molti topi fossili ed altri piccoli quadrupedi del Brasile.
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