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      Nessuno supporrà che una siccità anche più terribile di quelle che sono causa di tante perdite nelle provincie del Plata, avrebbe potuto distruggere ogni individuo ed ogni specie dalla Patagonia meridionale allo stretto di Behring. Che cosa diremo dell’estinzione del cavallo? Queste pianure che sono state poi percorse da migliaia e centinaia di migliaia di discendenti della razza introdotta dagli spagnuoli, hanno forse mancato di pascoli? Le specie introdotte dopo hanno esse consumato il cibo delle razze antecedenti? Possiamo noi credere che il Capibara abbia preso il cibo del Toxodon, il Guanaco quello della Macrauchenia, i piccoli sdentati viventi quello dei numerosi loro giganteschi prototipi? Certo nessun fatto nella lunga storia del mondo è tanto notevole quanto le vaste e ripetute distruzioni dei suoi abitanti.
      Nondimeno se noi consideriamo questo argomento da un altro punto di vista, ci sembrerà meno incerto. Noi non teniamo sempre presente alla mente la profonda ignoranza in cui siamo delle condizioni di vita di ogni animale; nè ci ricordiamo sempre che un qualche ostacolo impedisce costantemente il troppo rapido accrescimento di ogni essere organizzato lasciato allo stato della natura. In media la provvista del cibo rimane costante; tuttavia la tendenza di ogni animale a crescere colla propagazione è geometrica; ed i suoi effetti sorprendenti non sono stati in nessun luogo più meravigliosamente dimostrati, come nel caso degli animali europei che si sono rinselvatichiti in America durante gli ultimi secoli.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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