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      La sera era tranquilla e chiara e godemmo una bella vista delle circostanti isole. Tuttavia il Capo Horn voleva il suo tributo, e prima di notte ci mandò una burrasca di vento direttamente in faccia. Ci tenemmo in alto mare e il giorno dopo si tentò lo sbarco, quando vedemmo alla nostra prua questo notissimo promontorio nella sua propria forma – velato dalla nebbia, ed il suo scuro profilo circondato da un uragano di vento e di acqua. Neri nuvoloni correvano nel cielo, e torrenti di pioggia, accompagnati da grandine, si rovesciavano addosso a noi con tanta violenza che il capitano si determinò ad andare nel Wigwam Cove. È questo uno stretto e piccolo porto non molto lungi dal Capo Horn; e qui la vigilia di Natale gettammo l’ancora in un’acqua tranquilla. L’unica cosa che ci ricordasse l’uragano che muggiva fuori, era di quando in quando un buffo di vento venuto dai monti, che faceva scuotere il bastimento sull’àncora.
      Dicembre 25. – Proprio accanto alla cala, una collina aguzza chiamata Kater’s Peak, sorge all’altezza di 510 metri. Le isole circostanti sono tutte composte di masse coniche di diorite, cui sono unite talora colline meno regolari di argilla.
      Questa parte della Terra del Fuoco può essere considerata come l’estremità della sommersa catena di monti di cui abbiamo già parlato. Il seno prende il suo nome di Wigwam da alcune abitazioni degli indigeni; ma ogni golfo del contorno potrebbe con egual proprietà esser chiamato in tal modo. Siccome gli abitanti vivono principalmente di conchiglie, sono obbligati costantemente a mutar dimora; ma ritornano ad intervalli agli stessi luoghi, come lo dimostrano i mucchi di antichi gusci, che debbono avere il peso di molte tonnellate.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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