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      Queste erano le creature più abbiette e miserabili che io avessi mai veduto. Sulla costa orientale, gl’indigeni, come abbiamo detto, hanno vestimenta di guanaco, e sulla costa occidentale posseggono pelli di foca. Fra queste tribù centrali gli uomini generalmente hanno una pelle di lontra, o qualche simile cencio largo appena come un fazzoletto, che non basta guari a coprir loro le spalle fino ai lombi. È tenuto con cordicelle che attraversano il petto e secondo la parte d’onde soffia il vento, è fatto girare da un lato all’altro. Gli indigeni della barchetta erano al tutto nudi, e anche nuda era una donna che si trovava con essi. Pioveva dirottamente, e l’acqua dolce unita alla salata loro sgocciolava sul capo. In un altro porto non molto lontano, una donna che allattava un bambino nato da poco tempo, venne un giorno vicino alla nave e vi rimase un certo tempo per semplice curiosità, mentre il nevischio cadeva e si induriva sul suo nudo petto e sulla pelle del suo nudo bambino! Questa povera gente appariva stentata nel crescere, i suoi orridi volti erano imbrattati di pitture bianche, la sua pelle sucida ed untuosa, i suoi capelli arruffati, la sua voce discorde ed i gesti violenti. Guardando quella sorta di uomini non si poteva quasi credere che fossero nostri simili ed abitanti dello stesso mondo. È argomento comune di congettura pensare quale piacere possano godere nella vita gli animali inferiori: quanto più ragionevolmente si potrebbe fare la stessa domanda rispetto a questi barbari!


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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