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      Essi furono molto inoffensivi finchè erano un piccolo numero, ma al mattino, 21, essendo stati raggiunti da altri mostrarono sintomi di ostilità e pensammo di dover venire alle mani. Un europeo opera con grande svantaggio quando ha che fare con selvaggi come questi, che non hanno la minima idea della forza delle armi da fuoco. Nello stesso atto di spianare il fucile, l’uomo incivilito appare al selvaggio molto inferiore ad un uomo armato di un arco, di una lancia, o anche di una fionda. Non è facile il mostrar loro la nostra superiorità, salvo che nel dar loro il colpo fatale. Come animali selvatici, non sembrano paragonare il numero; poichè ogni individuo se vien aggredito, invece di ritirarsi, cercherà di spaccarvi la testa con un sasso, come una tigre in simile circostanza cercherebbe di sbranarvi. Una volta il capitano Fitz Roy desiderando molto, per alcune buone ragioni, di far fuggire una piccola brigata, brandì una scimitarra accanto ad essi, ma non fecero che ridere; allora sparò la sua pistola per ben due volte, presso ad un indigeno. L’uomo parve meravigliato tutte due le volte, e si fregò con cura il capo; rimase poi un tantino a guardarci e si avvicinò ai suoi compagni, ma non sembrò disposto a fuggire. Non possiamo guari metterci nei panni di questi selvaggi e comprendere le loro azioni. Nel caso di questo indigeno, la possibilità di un rumore come lo scoppio di un fucile accanto al suo orecchio non poteva essergli mai passata per la mente. Egli forse non seppe letteralmente se fosse un suono od un colpo, e quindi molto naturalmente si fregò il capo.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Fitz Roy