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      Parecchi di essi avevano corso tanto in fretta che usciva loro sangue dal naso, e la loro bocca si storceva per la rapidità dei loro discorsi e col corpo nudo tutto imbrattato di nero, di bianco74 e di rosso sembravano tanti demoni che venissero da un combattimento. Continuammo allora (scortati da dodici barchette indigene contenenti quattro o cinque persone) lungo lo stretto di Ponsonby fino al punto ove il povero Jemmy sperava ritrovare sua madre e i suoi parenti. Egli aveva già saputo che suo padre era morto; ma siccome aveva avuto un sogno nel capo per questo fatto, non pareva darsene troppa pena, e ripetutamente si confortava colla naturalissima riflessione che egli non avrebbe potuto impedirlo. Non potè raccogliere nessun particolare intorno alla morte di suo padre, perchè i suoi parenti non ne volevano parlare.
      Jemmy era ora in una regione a lui famigliarissima, e guidò i battelli in un grazioso e tranquillo seno chiamato Woollya, circondato da isolette, ognuna delle quali ad ogni tratto aveva il suo nome indigeno. Trovammo qui una famiglia della tribù di Jemmy, ma non i suoi parenti; facemmo amicizia con essi e la sera mandarono una barchetta a dar notizie alla madre ed ai fratelli di Jemmy. Il seno era circondato da alcuni tratti di buona terra in pendio, non coperta (come altrove) di torba o di foreste. Come abbiamo già detto, il capitano Fitz-Roy aveva in animo dapprima di portare York Minster e Fuegia alla loro propria tribù sulla costa occidentale; ma avendo essi dimostrato desiderio di rimaner qui, e siccome il luogo era notevolmente favorevole, il capitano Fitz-Roy determinò di stabilire qui tutta la comitiva, compreso Matthews il missionario.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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