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      Il capitano Fitz Roy, per scansare la probabilità di uno scontro, che sarebbe stato fatale a tanti indigeni, pensò meglio di farci passar la notte in un seno discosto alcune miglia. Matthews, colla sua consueta e tranquilla fortezza d’animo (notevole in un uomo che non possedeva in apparenza grande energia morale), deliberò di rimanere cogli indigeni, che non mostravano alcun timore per sè stessi, e così li lasciammo passare quella grave loro prima notte.
      Al nostro ritorno, l’indomani 28, fummo lieti di trovar tutto tranquillo; e gli uomini nelle loro barche intenti a pigliar pesci coi loro giavellotti. Il capitano Fitz-Roy deliberò di rimandar la yola ed una delle barche baleniere alla nave, e continuare la nostra gita colle altre due barche, una sotto il suo comando (nella quale molto gentilmente mi permise di accompagnarlo), ed una sotto il comando del signor Hammond, per ispezionare le parti occidentali del canale Beagle, e ritornare poi a visitare lo stabilimento. Con nostra grande meraviglia la giornata era eccessivamente calda, tantochè la nostra pelle ne era scottata; con quel bel tempo, la vista nel mezzo del canale era notevolissima. Da qualunque parte si guardasse nessun oggetto si frapponeva tra l’occhio ed i punti esterni digradanti del lungo canale fra i monti. Il fatto dell’esser esso un braccio di mare era reso più evidente, da ciò che parecchie grosse balene75 mandavan fuori i loro getti in varie direzioni. Una volta vidi due di quei mostri, probabilmente maschio e femmina, che nuotavano lentamente uno dopo l’altro, a poco meno di un tiro di pietra dalla spiaggia sulla quale i faggi allungavano i loro rami.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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